domenica 18 aprile 2010

Addio Raimondo !

Il 15 aprile 2010, all' età di 87 anni, dopo 11 giorni di ricovero, è morto a causa di un blocco renale, uno dei personaggi più famosi, amati e unici della televisione italiana: Raimondo Vianello.
L' ho sempre adorato. Mi è sempre piaciuta la sua leggerezza intelettuale, la sua comicità mai sopra le righe e sempre molto "british" e la sua irresistibile allegria. Un pensiero va alla sua compagna di una vita, la grande Sandra Mondaini.
Voglio postare questo video divertentissimo, la sigla finale di "Tante Scuse", programma Rai del 1974. Da vedere e rivedere.

Ci mancherai Raimondo. Forse nessuno in Italia sarà in grado di ripercorrere le tue orme. Spero che adesso renderai un angolo di cielo, un posto colmo di ironia.
See  Ya 

" Gomorra" e la merda di Politica

Odio parlare di politica. Ci sono altre cose più interessanti su cui vale la pena soffermarsi. Ma certe cose non mi vanno giù, anzi a dirla tutta mi stanno proprio sul cazzo. Non è un mistero io da che parte politica sono ma a prescindere da questo, certe uscite a cazzo non mi piacciono. Qualche giorno fa, il Premier ha dichiarato quanto
segue :
”La mafia italiana risulterebbe essere la sesta al mondo, ma guarda caso e’ quella piu’ conosciuta, perche’ c’e’ stato un supporto promozionale che l’ha portata ad essere un elemento molto negativo di giudizio per il nostro paese. Ricordiamoci le otto serie della ‘Piovra‘ programmate dalle tv di 160 paesi nel mondo e tutta la letteratura in proposito, ‘Gomorra‘ e il resto…”.
Non sapevo ci fossere i campionati mondiali della criminalità organizzata. Ad ogni modo, i miei complimenti per l'ennesima uscita a cazzo di cane che commento con il magnifico editoriale scritto da Massimo Gramellini, vicedirettore della Stampa, il 17 Aprile:

" Sono d’accordo con l’Amato Premier. La mafia italiana è appena la sesta nel mondo (il prossimo anno non parteciperà neanche alla Champions), la sua fama è tutta colpa di «Gomorra». Che in realtà parla di camorra ed è pubblicato dalla casa editrice dell’Amato. Ma sono quisquilie. Piuttosto: perché fermarsi a Saviano, dico io. Si chiami il ministro fuochista Calderoli e gli si commissioni un bel falò per buttarci dentro altri libri disfattisti. Comincerei dai «Promessi sposi»: tutti quei bravacci e signorotti arroganti, che agli stranieri suggeriscono l’immagine fasulla di un Paese senza regole, dove la prepotenza e la furbizia prevalgono sul diritto. E «Il fu Mattia Pascal»? Vogliamo continuare a diffondere la favola negativa dell’uomo che cerca un legittimo impedimento per potersi fare i fatti suoi? Nel fuoco, insieme con «La coscienza di Zeno», un inetto che non riesce nemmeno a liberarsi del vizio del fumo, quanto di più diseducativo per una gioventù che ha bisogno di modelli positivi come il vincitore di «Amici».Porrei quindi rimedio alla leggerezza sconsiderata del «Gattopardo». «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi». Hai trovato la formula segreta del potere e la spiattelli in giro così? In America nessun romanzo ha mai raccontato la ricetta della Coca-Cola. Nel fuoco anche Tomasi di Lampedusa: con quel cognome da nobile sarà di sicuro comunista. E poi «Il nome della rosa». Morti e sesso torbido in un monastero. Di questi tempi! Il nome della Rosa è Pantera. Il resto al rogo. Su con quelle fiamme e linea alla pubblicità "
Che tristezza infinita....

See Ya